Rowenta IXEO Power: stirare al maschile

Non essendo un esperto di stiratura, usare IXEO Power è stata una vera sfida. Chi lo dovesse provare per la prima volta, dovrebbe aver usato necessariamente anche il solito ferro da stiro a vapore e le differenze si notano in tanti fattori. La prima più importante è la postura. Avendo la possibilità di avere tre posizioni del piano, si rischia di non affaticare braccia e schiena. La posizione più comoda ovviamente è la verticale dove si ha possibilità di non curvare la schiena.

E’ comoda perché con l’apposito gancio che mi tiene in piedi la gruccia, posso stirare velocemente utilizzando il massimo del vapore e avere delle camicie stirate nei punti fondamentali (braccia e petto). Comodo il ferro da stiro, molto leggero rispetto ad un classico ed il pulsante per il vapore è grande da poter essere utilizzato anche con più dita. Comoda anche la caldaia che, in 70 secondi, è veramente già operativa, abbastanza leggera, è compatta. Ottima la funzione che mi garantisce il massimo del vapore, sempre disponibile ed il lag che ha la caldaia per entrare a pressione durante la stiratura, non è lunghissimo.

Quello che purtroppo non mi ha convinto è la qualità dell’asse. Non è molto stabile è la plastica con il quale è formato, non mi ha convito più di tanto. Cedevole anche lo sgancio per muovere l’asse, con in tempo lo vedo cedibile inoltre il piano per il ferro da stiro non è affatto comodo. Devo essere preciso nel fissarlo e se non sto attento, potrebbe cascare, inoltre inserendo la spazzola per i tessuti, ho notato che, diventa ancora più difficile, inserire il ferro da stiro nella sua sede perché le spazzole toccano il piano bloccandone il fissaggio. Lo consiglio? Si ma con riserva: bisogna chiudere un occhio per la qualità dei componenti e per qualche difetto, ma per la facilità, la velocità e la potenza, secondo il mio parere, non è secondo a nessuno. Per ulteriori informazioni, link al sito ufficiale.

 

Recensione Netgear Orbi RBK20

Casa grande e tanti dispositivi connessi ad una sola rete wifi. La potenza del segnale diventa debole e per finire, la smart tv del salotto, si trova lontana dal router e la riproduzione del film che tanto volevamo vedere, incomincia a non essere più fluida. Come risolvere il problema? Da un pò di tempo esistono dispositivi capaci di creare delle reti mesh estendendo così la copertura del segnale. Ma quale scegliere? Io ho provato Orbi RBK20 di Netgear e dopo un mese di test continuo, vi spiego perchè ne sono rimasto molto contento.

La confezione prevede due dispositivi Orbi, uno è il router l’altro è il satellite. Belli esteticamente, anche se non hanno l’aria di hi-tech ma più di design ed è una nota positiva perchè riescono ad integrarsi con piacere in qualsiasi ambiente. Qualche cenno sulle loro caratteristiche è doveroso prima di passare al loro funzionamento. Netgear Orbi utilizza la tecnologia Tri-Band. Cosa significa: due bande a 2,4 e 5 GHz sono utilizzate per trasmettere i dati sui dispositivi, mentre la terza banda, viene utilizzata esclusivamente per la comunicazione dei vari Orbi senza disturbare il segnale del nostro router. Per chi utilizzerà il dispositivo dalla propria rete wifi, non ci sarà nessun modifica. Si vedrà sempre e solo la rete di casa, sarà poi il dispositivo a collegarsi in automatico alla base o al satellite più vicino, dal quale “vede” il segnale migliore. La copertura prevista per questo sistema mash è di 250 m2 – ed è possibile collegare fino ad altri tre satelliti.

Il router dispone di due porte ethernet di cui una viene utilizzata per il collegamento al router del vostro gestore e un pulsante per la sincronizzazione in WPS che troveremo anche sull’Orbi satellite. Per quest’ultimo invece, le porte ethernet a disposizione, ne sono due. Entrmbi gli Orbi dispongono di led circolari sulla base: il loro colore definisce lo stato di funzionamento. Quando lampeggiano sono in fase di sincronizzazione, di colore blu quando sono opertivi, magenta quando la connessione è fallita, colore che non ho mai visto utilizzandoli ogni giorno.

Perfetta l’app Obi che permette di gestire e configurare il sistema mesh in pochi minuti con una dashboard completa e molto intuitiva. Si potrà disabilitare il wifi dai dispositivi connessi, monitorare il traffico interno, vedere la lista dei dispositivi connessi (max 15), configurare il Parental Control con Circle con Disney ed effettuare lo speed test. Inolte è  possibile configurare i comandi vocali Amazon Alexa e Assistente Google per la rete utilizzando la funzionalità di gestione remota. In questo modo sarà possibile chiedere di accendere/spegnere la rete, farsi dettare la password del WiFi e testare la velocità della rete.

Una delle caratteristiche che ho apprezzato tantissimo è la possibilità di poter bilanciare la rete in base ai dispositivi che sono in rete. Diciamo che, in automatico Orbi distribuisce la rete in modo ottimale su qualsiasi dispositivo, ma è anche possibile poter scegliere quale di questi ha la priorità settandola su più livelli in modo tale da avere sempre una massima copertura sulla consolle che state utilizzando invece dello smartphone che rimane acceso ma senza scaricare nessun dato. Tutto questo direttamente dal sito di Netger.

Il funzionamento? Ottimo. Un sistema mash che mi ha permesso di gestire in modo ottimale la mia rete. Sempre potente il segnale del satellite (che dispone di 4 antenne) posto comunque lontano dal router. Per metterlo alla prova ho utilizzato il mio smartphone nel luogo dove la mia rete classica ha sempre mostrato debolezza del segnale ed effettuando uno speed test dalla rete, ho ottenuto questi risultati. Da prendere in considerazione che, lo speed test,  non sarei mai riuscito a farlo senza Orbi! Difetti? Nessuno a parte una certa lentezza nel dialogare tra router e satellite all’accensione, ma poi, tutto fila liscio. Netgear Orbi RBK20 è in vendita su Amazon al prezzo di 239,90 euro.

Potenza e Active Stylus in dotazione: la recensione del convertibile Acer Spin 5

Soffermandoci sul fatto che, di notebook ne esistono tantissimi, ho avuto il dubbio su come presentare la recensione dell’Acer Spin 5. Senza dover entrare tanto nei particolari, perché probabilmente ci sono testate e siti che lo hanno già recensito, scriverò di questo prodotto per chi ha intenzione di avere una macchina veloce e pronta per il disegno grafico, una recensione ideale per quelli come me! Lo Spin 5 di Acer è un notebook prestante: la sua scheda tecnica parla chiaro e lo pone nella fascia medio/alta di questi prodotti: Intel Core i7 8550U da 1.99 GHz, una RAM configurata da 16 GB e SSD da 512 GB.

Un display touch da 13,3″ – Full HD IPS completo di  Active Stylus con 1024 livelli di pressione. Elegante, molto, con design in metallo e cerniera a 360° che permette quattro diverse modalità di lavoro. La qualità si vede, ma ciò nonostante, il display è ancora ballerino al tocco con questa cerniera. Con un peso di 1,5 Kg, non sarà il più leggero della lista, ma ho notato con piacere uno spessore ridotto che mi permette di portarlo con me nello zaino senza rubare spazio ad altre cose.

Bella la tastiera, comoda e retroilluminata. Silenziosa e con i tasti al posto giusto, peccato solo per la prima fila in alto, forse un pò troppo piccoli considerando la doppia funzione. Buono il touchpad (da regolare perchè mi è arrivato sensibilissimo…) che permette l’attivazione o la visualizzazione di info o app in base al numero di dita utilizzate. Compreso anche un lettore di impronte per Windows Hello. Potente l’audio con tecnologia Acer TrueHarmony, Smart Amplification e Dolby Audio Premium. Anche con display capovolto, gli altoparlanti anteriori autoreversibili, garantiscono una direzione del sound sempre ottimale.

Passiamo adesso al funzionamento dell’Active Stylus, vero plus di questo notebook. Design classico, che la fa sembrare una penna qualsiasi, è il punto forte per chi, come me, utilizza questi prodotti per il lavoro. L’impugnatura è comoda, i tasti sono semplici da utilizzare, ma bisogna farci un pò la mano perchè si trovano in basso e le prime volte si premono senza volerlo.

Il display reagisce bene alle pressioni ma in modalità tablet, lo spostamento della mia mano viene percepito sul display come un comando quindi all’improvviso si aprono menù a tendina non richiesti. L’unica soluzione e stare attenti oppure cambiare modalità di lavoro. Alla fine è soltanto questione di abitudine, però ammetto che è seccante. La leggerezza dell’Active Stylus potrebbe essere migliore. Influisce la batteria AAA in dotazione, in questo caso, la Apple Pencil fa scuola.

Per provare le potenzialità dello Spin 5, ho provato a disegnare usando Paint 3D, software in dotazione. L’Intel Core i7 8550U si fa sentire tutto: l’esperienza d’uso è molto gratificante e non mi sono limitato sul disegno. Ho fatto in modo che il 3D girasse su vettoriali molto elaborati e non ho avuto nessun lag preoccupante anche con l’utilizzo touch del display. Silenzioso quanto basta, la rotazione della ventola si percepisce appena solo quando CPU spreme al massimo la potenza. Il calore dall’interno si accumula in parte sulla destra del touchpad, ma non mi ha dato particolare stress.

Fa storcere un pò il naso l’autonomia di questo Spin 5. Con una batteria di 54 Wh il suo utlizzo è da tenere sotto controllo. Acer dichiara 13 ore in base a diversi fattori, ma nel mio utlizzo, i tempi rilevati, sono abbastanza lontani. Con l’uso social, navigazione e videochiamata, non sono riuscito ad andare oltre le 9 ore con display al 50/60% e tastiera non illuminata. Dato che tende ad abbassarsi ulteriormente se utilizzato con software grafici.

Se dovessi prendere in considerazione l’uso in esterno, ho qualche dubbio nel superare le 6 ore ed è abbastanza strano considerando che il processore si adatta alle condizioni, lavorando su frequenze differenti. In tutti i casi, posso sempre scegliere la potenza desiderata, utile quando mi trovo a riserva di energia. Ballerino anche l’indicazione della stato della batteria il quale, variando le impostazioni, la percentuale di carica, varia dopo minuti trovandosi magari al 15% all’improvviso al 5% di autonomia senza aver fatto niente. Carica abbastanza veloce da spento, ho calcolato giusto 2 ore di attesa.

In conclusione, questo Acer Spin 5, ha potenza da vendere. Lo consiglio a chi utilizza programmi di elaborzione grafica con il plus di poter aver un display touch e l’Active Stylus. Design elegante e materiali di qualità, peccato solo per un’autonomia che varia molto in base all’utilizzo e che non lascia alternative. Il prezzo è un pò alto, su Amazon viene venduto sui 1000 euro con una configurazione meno prestante rispetto a quello provato. Al di sotto dei 900 euro, potrebbe essere un bell’affare.

Recensione Wiko View 2: un nuovo best buy da considerare!

Molti penseranno: si assomigliano tutti, l’uno vale l’altro. Siamo sicuri? La nuova generazione di smartphone ha adottato il design del notch rendendoli così un pò tutti simili. Forse c’è bisogno di distinguersi un pò, avrà pensato Wiko presentando la linea View2, che alla solita e “banale” tacca, ha deciso di mostrare un display alla Essential Phon, riducendo all’estremo gli ingobri del notch.
L’effetto è sicuramente positivo, perchè oltre al grande display da 6″ in formato 19:9, questo View2 in prova, ha un aspetto molto vicino all’essere lussuoso, pur non avendo materiali nobili: il retro per esempio è di policarbonato invece di essere di vetro, trattiene le impronte, ma è specchiato ed il livello di rifiniture dell scocca, è molto interessante. E’ stretto (154 x 72 x 8,3 mm) e ha un peso contenuto di 153g e questo aiuta molto nell’impugnatura.
Il display da 6″ IPS con 282 ppi, garantisce un’ottima luminosità anche all’esterno, il sensore è preciso ed il formato da 19:9, rende la visualizzazione delle foto e dei video, un vero piacere. Certo, non è un AMOLED, i neri non sono profondi e tendono un pò al grigio come il bianco tende all’azzurrino, ed è soltato HD+ (1528 x 720 pixel). Probabilmente sarà tutto dovuto a contenere il prezzo, ci sta, anche se la concorrenza, sotto questo punto di vista, è un passo avanti, ma nell’uso quotidiano, senza pretese, può anche andare. Tutte le notifiche sono presenti attorno al notch e rimangono visibili anche durante l’utilizzo dell’app. Non tutte però sono ottimizzate per la visualizzazione piena (vedi le stories di instagram). Riuscita invece l’integrazione del lettore musicale nella barra in alto. Il già conosciuto Snapdragon 435 Octa-Core da 1,4 GHz – fa il suo dovere e rende il View2, piacevole nell’utilizzo anche grazie ai 3 GB di RAM. Lagga raramente e comunque, sempre sottosforzo. Il rendering delle pagine web è discretamente veloce, ed il pinch to zoom avviene senza esitazioni. A completare un’esperienza d’uso ottimale è anche Android 8.0 praticamente stock. Possibilità di poterlo utilizzare con una sola mano tramite una swipe.
Il launcher di Wiko non ha particolari personalizzazioni e le poche app in dotazioni, possono essere eliminate. Ottimo il Face Unlock, veloce, un pò meno il sensore dell’impronta, ottima la posizione ma non velocissimo nello sbloccare anche se preciso. Un pò deludente la scelta di dotarlo ancora della ormai vecchia micro USB. Spazio a disposizione di 32 GB, espandibili fino a 128 GB con micro SD. Dual SIM e possibilità di gestire le suonerie separatamente. Audio forte, gli altoparlanti si trovano in basso ma anche al massimo volume, la distorsione è minima. Leggermente mellatico l’audio in vivavoce.
La fotocamera posteriore è una 13 MP con focale 2.0. Le foto sono luminose e hanno dettagli discretamente interessanti, soprattutto all’esterno in condizioni di luce e nel formato 4:3 che prevede il massimo della risoluzione. Il software ha molte impostazioni tra cui ritratto (l’isolamento del soggetto è molto realistico ed è regolabile) bellezza (attenzione a dosare, si rischia l’effetto bambola) scatto professionale, super pixel, notturna e time lapse. Niente male la velocità di messa a fuoco, un pò meno in condizioni di scarsa luminosità, HDR presente ma non invasivo. Macro di ottima qualità, con un crop notevole, notate la coccinella in movimento.
Ma come tutti i sensori, anche il View2 al calar del sole, incomincia a soffrire. In notturna, le foto perdono di qualità ed il rumore di fondo in landscape si nota. Molto meglio in soggetti ravvicinati o in luoghi con luce artificiale. Tutto sommato però, ammetto di essermi trovato bene, anche in considerazione del buon rapporto qualità prezzo e della concorrenza in campo.
Piacevolmente sorpreso dalla fotocamera anteriore dotata di 16 MP con focale 2.0 e PDAF. I ritratti sono soddisfacenti, i colori abbastanza naturali e come per la principale, anche qui abbiamo tante impostazioni a disposizione.

I video arrivano ad una risoluzione in Full HD e sono stabilizzati elettronicamente con una certa cura. Niente male se si considera un uso esclusivamente social, i colori rientrano nella norma e la messa a fuoco sembra essere pronta nel suo lavoro. Anche in questo caso, si perde in definizione con la ripresa notturna, i colori diventano slavati e il rumore di sottofondo è visibile.

Ottima l’utonomia della batteria. Con un uso parsimonioso di fotocamera, web e social, si riesce ad andare ben oltre le 20:00 coprendo abbondantemente una giornata lavorativa senza usare nessun risparmio energetico e sospensione del display a 15 secondi.

Il Wiko View2 si è dimostrato sul campo un valido compagno. Design interessante, fotocamera oltre le aspettative e ottima autonomia. Esperienza d’uso più che equilibrata tutto unito ad un prezzo che oggi sfiora i 170 euro. Rientra nella mia categoria di best buy! Peccato per un display solo HD+ – ma considerando gli aspetti positivi, si può chiudere un occhio.

Recensione Redmi S2: il primo selfie phone di Xiaomi

Con ben due nuovi Mi Store in Italia e con tantissimi estimatori nel mondo, Xiaomi è diventata in pochissimo tempo, una dei brand, più seguiti al mondo. Padrona di parecchi best buy, ha presentato da poco tempo la nuova linea Redmi S creata per la nuova generazioni di smartphone selfie. Ecco quindi il Redmi S2 che promette prestazioni di alto livello nel reparto fotografico.

Anonimo, senza nessun tipo di provocazione nel design, il Redmi S2, passa sfortunatamente per uno smartphone qualsiasi. Il mio a disposizione, con una back cover in oro, sembra a tratti anche elegante, ma lo scalino del display unito al frontale bianco, non lo aiutano affatto. Ed è un vero peccato, perchè al tatto restituisce un feedback positivo, di qualità costruttiva che si avvicina molto a smartphone di categoria superiore. Le dimensioni non proprio compatte (160.7 x 77.3 x 8.1 mm) ed un peso di 170 g non lo rendono perfetto in tasca, ma non è l’unico sul mercato ad avere questo problema. In bella vista, la fotocamera anteriore con flash led, suo punto di forza, mentre sul posteriore, doppia fotocamera in verticale (che sporge fuori…) e sensore dell’impronte al centro (velocissimo e preciso), lontano dagli obiettivi sicuri di non sporcarli.

Il processore Snapdragron 625 octacore da 2 GHz con GPU Adreno 506 e 3 GB di RAM, danno a questo Redmi S2 una buona carica di energia per affrontare gli impegni quotidiani tra social, multimedialità e navigazione. Scalda in poche occasioni e lagga raramente, ma per l’uso personale e per l’utilizzo di app fotografiche e di ritocco, ammetto di essermi trovato bene. Durante la navigazione, il pich to zoom è veloce, mentre l’apertura delle pagine avviene con molta naturalezza.

Audio mono, altoparlanti in basso, si poteva fare di più. Niente male anche questo display da 5,99″ – in formato 18:9, molto luminoso da non procurare problemi di lettura al sole diretto ma non OLED e con una risoluzione di 1440×720 pixel. Nell’uso quotidiano, la differenza non si nota con la concorrenza che offre un Full HD e probabilmente, la scelta di un IPS potrebbe essere dovuta nel mantenere il prezzo basso. Android 8.1 Oreo e MIUI 9.5: pochissima personalizzazione (come piace a me) e fluidità, rendono l’utilizzo piacevole. La batteria è da 3080 mAh. Grazie ad ottima gestione delle energie, arrivare fino a sera e oltre con altre 3/4 ore a disposione, è sicuramente un sollievo. Nessun problema per la potenza segnale LTE, vivavoce forte ma molto metallico.

Passiamo adesso al reparto fotografico in particolar modo alla fotocamera anteriore. 16 MP con tecnologia Selfie Light e tante funzioni disponibili. HDR, effetto boken, impostazioni bellezza da poter variare a piacimento, filtri colore, timer e ovviamente il flash. I risultati sono molto convicenti in più occasioni. La fotocamera anteriore raccoglie molto bene la luce, anche quella artificiale e il paragone con altri smartphone di livello superiore, potrebbe anche andare, se non fosse per un HDR che tende a schiarire laddove bisogno non c’è (zone d’ombre) mentre il boken isola bene il primo piano con dei colori fedeli. Con poca luce invece, il risultato è comunque valido ma poco naturale.

Ottimo risultato per l’effetto bellezza, che però bisogna sempre ricordare di non esagerare con i livelli per non rischiare l’effetto “bambolo”. Il grandangolo aiuta molto per le foto di gruppo e la tipica distorsione che può avvenire ai lati della foto, sembra essere poco pronunciata. La notte invece, il flash led aiuta tantissmo e grazie alla tecnologia Selfie Light, i risultati sono un gradino superiore rispetto a quanto provato prima.

La fotocamera posteriore da 12MP+5MP con IA, ha dato dei buoni risultati. Ci sono le impostazioni manuali del bilanciamento del bianco e dell’ISO, filtro colore, (durante e dopo lo scatto) HDR e modalità scena, insomma, per quanto rigurda le caratteristiche, non possiamo lamentarci. Lo scatto è veloce, un pò meno la messa a fuoco quando viene messa a dura prova con poca luce. I colori sono vivaci e i particolari delle foto sono netti. Anche in questo caso, l’effetto boken lavora molto bene sull’immagine e sull’isolamento dello sfondo.

Buoni risultati anche di notte: la fotocamera riesce a percepire una buona quantità di luce, ma per la definizione dei particolari c’è ancora da lavorare e vedendo le foto sul pc, l’effetto grana è dietro l’angolo, ma rapportato a modelli superiore, direi che ci si può accontentare. I video sono registrati in Full HD da entrambe le fotocamere. La fotocamera posteriore ha anche la stabilizzazione elettronica. Minime le vibrazioni per un risultato che, va più che bene per i social.

Come primo Xiaomi provato, il giudizio è sicuramente positivo. Materiali di qualità e caratteristiche tecniche, lo aiutano in un mercato saturo di tanti concorrenti, ma se il Redmi S2 puntasse all’intrattenimeto fotografico, siamo sulla buona strada. Se da un lato, abbiamo un comparto fotografico positivo, è sicuramente la fotocamera anteriore, a rubare più interesse. I selfie acquistano qualità e valore e non è detto che, Xiaomi tenterà di migliorarla con un futuro aggiornamento colmando così qulche errore di gioventù.

Recensione HP Pavilion 15-an000nl StarWars Special Edition

Se il “Risveglio della Forza” è con voi, non potete perdervi la recensione dell’HP Pavilion 15-an000nl StarWars Special Edition, un notebook personalizzato per i fan delle mitica serie di Guerre Stellari, un prodotto che, nasconde in se, segreti galattici! Sulla base di un classico Pavilion 15, HP ha pensato bene di rendere omaggio ad una delle serie che è rimasta nei cuori di tanti “ragazzi” come me! In occasione dell’uscita del film Il Risveglio della Forza, nei cinema da dicembre scorso, questa edizione speciale porta con se, contenuti extra e approfondimenti che lo rendono unico nel suo genere.

Con le tipiche dimensioni di un 15,6″ – 38,4 x 26,1 x 2,5 cm per un peso di 2 kg circa, questo Pavilion, fa dell’estetica, il suo punto di forza. Fantastico è dir poco, le serigrafie coprono la maggior parte del notebook regalando un aspetto unico. Bellissima la scritta “Galactic Empire” con i caratteri Aurebesh, l’alfabeto della Base Galattica, font disponibile anche nel PC. Non sono materiali e finiture di prego, ma questo Pavilion è composto da una buona plastica che al tatto regala una buona sensazione. L’interno da la sensazione di “wow” con una tastiera illuminata di rosso che attira gli occhi di tutti.

E’ da qui che purtroppo il prodotto pecca un pò di qualità: il contorno del piano dove si trova tastiera e touchpad, non ha nessun contorno di protezione, lasciando dello spazio. Con il tempo si vedrà accumulare della polvere. La tastiera per quanto appariscente, non è pratica in ogni situazione: utilizzando un font rosso su tasti neri, saremo costretti ad averla sempre accesa, anche quando non si è al buio. Inoltre non c’è nessun tipo di regolazione dell’illuminazione con un consumo inutile della batteria. Ho avuto problemi anche con la corsa dei tasti, spesse volte le doppie saltano con una scrittura veloce mentre la plastica del touchpad non è di ottima qualità di conseguenza l’utilizzo non è preciso.

Se non si hanno grandi pretese di prestazioni e utilizzo di giochi elaborati, questo Pavilion saprà soddisfarvi in ogni situazione: processore Intel Core i7-6500U – dual core 2,5 GHz, max 3,1 GHz con turbo, 8 GB di RAM (espandibile fino 16 GB), grafica dedicata NVIDIA GeForce 940 M con 2 GB di memoria e grafica Intel HD520. Per lo spazio di archiviazione, abbiamo un semplice disco da 1 TB. Abbastanza veloce nell’accendersi e nell’essere pronto ad elaborare, ha tutti i pregi di un windows 10 ormai maturo e di prestazioni che non portano a latenze fastidiose. Daltronde, 8 GB di RAM non sono pochi ma stonano comunque un pò per un processore della serie U, che ottimizza le prestazioni in funzione dei consumi e che con sincerità, per poco meno di 1000 euro, mi sarei aspettato qualcosa di più performante.

La ventola che raffredda il Pavilion rimane sempre attiva e in luoghi silenziosi, è udibile ma non fastidiosa. Difficile dissipare tutto il calore, me ne accorgo quando provo a mettere il notebook sulle gambe e dopo pochi minuti avverto subito la temperatura che alla lunga, è fastidiosa. Stesso problema anche sulla destra del touchpad dove di solito si appoggia il polso. Buoni risultati per la batteria (41 Wh, 2700 mAh) che, messa anche sotto sforzo, tra navigazione, wifi, video, trasferimento file, miracast, bluetooth 4.0 e utilizzo del CD, non è mai scesa al di sotto delle 5 ore di utilizzo continuo. Peccato che al 10% di autonomia, si hanno pochissimi minuti per salvare i propri lavori, magari un avviso anticipato, non metterebbe l’ansia…

Per l’audio HP menziona B&O Play: niente esteticamente fa pensare a questo, ma basta alzare al massimo il volume per capire che l’audio è di una qualità superiore con bassi presenti ed una ricchezza di sound non alla portata di altri. Ascoltare musica, e vedere un film, diventa un piacere. Se poi si accoppia un bel display Full HD come questo, il gioco è fatto. Opaco e antiriflesso, gli angoli di visualizzazione sono ottimi e la regolazione della luminosità è perfetta per non far stancare gli occhi. Le personalizzazioni non si fermano solo all’apparenza estetica ma HP ha pensato bene di presentare anche una versione software dedicata: temi e contenuti in stile Guerre Stellari con oltre 1100 immagini, suoni e sfondi e tanto altro. Tutto molto bello, la piattaforma dove il materiale è visibile fa molto hi-tech, purtroppo di contenuti esclusivi neanche l’ombra e il materiale a disposizione è già tutto visto e rivisto. Con un notebook di questo genere, mi sarei aspettato molto di più.

In conclusione: l’HP Pavilion 15 StarWars Special Edition è il notebook da mostrare in ogni occasione. L’estetica lo rende un piccolo gioiello, e le caratteristiche hardware, lo rendono ideale per un utilizzo ottimale per la maggior parte degli utenti. C’è il rovescio della medaglia però: i veri amanti di StarWars si aspetterebbero prestazioni migliori se lo valutassero nell’ambito del gaming. Sapranno accettare il compromesso? HP Pavilion 15 StarWars Special Edition è in vendita al prezzo più basso di 799 euro da MediaWorld.

Recensione Jolla e SailfishOS

Stanchi del vostro smartphone? Vi interessa qualcosa di alternativo, magari con un sistema operativo diverso da tutti gli altri? Forse questa recensione potrebbe interessarvi. Fantechnology, prova Jolla, smartphone con sistema operativo SailfishOS, una piattaforma aperta fatta di gesture per semplificarti la vita. Possibile?

La confezione è composta da una semplice scatola di colore azzurro: all’interno troveremo un cavetto usb, il caricabatteria, degli adesivi, e alcuni manuali di istruzione. Mancano del tutto gli auricolari. Design molto particolare quello di Jolla che si allontana non di poco rispetto a quello che viene proposto sul mercato: la cover posteriore bianca unita alla cassa anteriore, da l’impressione di avere in mano un cellulare che si apre. Questa è la sensazione quando ho mostrato Jolla al alcune persone per valutare la loro impressione. In generale si ha una buona sensazione al tatto, pur non avendo materiali di pregio. Dimensioni compatte: 131 mm altezza, 68 mm di larghezza e 9,9 mm di spessore, per un peso di 141 g, tutto ottimizzato per dare la possibilità di utilizzarlo con una sola mano. Display da 4.5″ e nessun tasto fisico, fotocamera anteriore da 2 MP e sensore di prossimità, in alto troviamo il jack da 3,5 mm per le cuffie e la microUSB per la ricarica. Lato destro il tasto accensione e blocco display ed il bilanciere per il volume. I tasti sono in metallo ed essendo abbastanza ballerini nella loro sede, se spostati con le dita, provocano un rumore poco gradevole. La cover posteriore è bianca: in mostra la fotocamera da 8 MP mentre in basso troviamo l’altoparlante ed il microfono.

Il nostro Jolla presenta una sezione hardware buona ma non da TOP di gamma. C’è da tenere in considerazione che il progetto, non è stato presentato ieri, ma ha comunque parecchi mesi alle spalle. Processore Qualcomm Dual Core da 1.4 Ghz, GPU Adreno 305, 1 GB di Ram e 16 GB di memoria interna con la possibilità di poterla espandere con la microSD. Display da 4.5″ IPS qHD e Gorilla Glass 2 con densità da 245 ppi e risoluzione 960 x 540 pixel. Fotocamera posteriore da 8 MP con autofocus e flash LED, anteriore da 2 MP. Disponibile la rete LTE e bluetooth 4.0. La batteria invece è da 2100 mAh rimovibile.

Non vi nascondo che è stata una gran bella sorpresa provare questo Jolla. Tutto ovviamente dovuto al sistema operativo SailfishOS che riserva tante sorprese e qualche piccola lacuna. Per accendere il display basta fare un doppio tap sullo schermo, tra l’altro molto reattivo. Scorrendo in basso il “Pull menù” – possiamo accedere ad una serie di scorciatoie: troviamo così le impostazioni generali, la fotocamera, effettuare una telefonata o annullare tutte le notifiche audio. Con uno swipe dal basso verso l’alto accediamo a tutte le notifiche o “eventi” come chiamate da Jolla. In questo caso se qualcuno ci ha menzionati su Twitter, oltre il led di notifica posto in basso al display, potremmo controllare chi ci ha scritto. Curiosità alquanto strana: non entreremo nell’app scaricata ma nella pagina web del nostro profilo…

Per accedere alla Home da qualsiasi applicazione aperta, basterà uno swipe dal lato dello schermo al centro del display. In questo caso l’applicazione che stavamo utilizzando, rimarrà aperta ma sarà sempre visibile dalla home e comparirà con dei sottomenù per poterla utilizzare senza bisogno di aprirla nuovamente. Per chiudere un’app invece, basterà uno swipe dall’alto verso il basso. Ogni sottomenù di una categoria, viene segnalato con dei punti luminosi che compaiono sul display in alto a sinistra, mentre per chiudere il display, possiamo utilizzare il tasto fisico sulla destra oppure uno swype dall’alto.

Posso garantirvi che tutto questo, non rende la semplicità di Sailfish! Ovvimente bisogna abituarsi, in quanto ci sono gesture particolari che se ne apprezzano la semplicità solo con l’utilizzo quotiano. Trovarsi in difficoltà, è quasi obbligatorio i primi giorni: si va un pò in confusione e le normali gesture che si utilizzavano per il precedente smartphone, qui risulteranno poco intuitive.

Per il resto, il Jolla, riprende una parte del vecchio sistema operativo MeeGo, soprattutto dall’estetica delle app native, ma il suo comportamento, è stato molto apprezzato anche in virtù del reparto hardware: navigazione fluida anche nei siti pesanti di grafica, qualche piccola incertezza nello zoom, ma sicuramente trascurabile. La barra dei comandi in basso scompare del tutto quando si naviga, ma sempre con un swype in basso, ricompare segnalandovi quante finestre sono ancora aperte. Il client e-mail è semplice da gestire. E’ possibile fare il pinch zoom e rispondere alle e-mail sempre estraendo il pulley menù dall’alto senza cambiare schermata. Particolare anche effettuare una telefonata: il tastierino non compare appena si entra nel menù, bisognerà sempre utilizzare ancora una volta il pulley menù mentre per trovare un contatto, non mi è possibile effettuare una ricerca completa per il nome, ma solo inserendo la prima lettera dell’alfabeto. Simpatica l’idea di trovare il contatto e visualizzare la sua presenza on line su Facebook. Gli altoparlanti disposti in basso, sono abbastanza potenti e non sono soffocati quando lo smartphone viene messo su un piano. Per quanto riguarda i messaggi invece, non è possibile utilizzare la scrittura swype che permette di scrivere senza staccare il dito dal display.

Mi soffermo un attimo anche sul display che sicuramente non è il migliore sul campo per la luminosità che mi è sembrata sempre un pò sottotono anche selezionando il massimo e facendo a meno del sensore. E’ sicuramente, come scritto anche prima, molto reattivo ai comandi.

Jolla oltre ad avere un store tutto suo, ha la possibilità di poter utilizzare anche le app di Android tramite Yandex.Store. Ben fornito, anche se non raggiunge i livelli degli avversari, pecca ovviamente sulla possibilità di poter avere recensioni scritte sulle app, essendo uno store poco consciuto, almeno secondo il mio parere. Per ultima ma non meno importante, la batteria ha fatto segnare tempi in linea con quanto offre il mercato. Con un uso moderato di navigazione, multimedialità e qualche telefonata, sarà difficile coprire la giornata ed arrivare a sera.

La fotocamera posteriore di Jolla, garantisce scatti oltre la sufficienza. Il menù non presenta niente di nuovo, abbiamo quindi la possibilità di regolare la sensibilità, la luce e la messa a fuoco. Se in condizioni di luce ottimale, le foto risultano di buona qualità, in ambienti chiusi dove la luce scarseggia, il sensore di Jolla ha delle difficoltà rilasciando scatti dai colori un pò sbiaditi e non totalmente a fuoco. Meglio i video in Full HD che presentano una qualità standard ed un audio accettabile.

Jolla è uno smartphone interessante: lo è per il design, innovativo se paragonato a ciò che offre il mercato, per SailfishOS che spiazza tutti per le prime impressioni ma che effettivamente, è un sistema operativo diverso e coraggioso. Nel periodo di prova, ho ricevuto anche un aggiornamento, questo fa intendere che, anche se il progetto è relativamente giovane, gli sviluppatori continuano nel migliorare una piattaforma che ha ancora lacune da curare. L’esclusività però non giustifica in questo caso, il prezzo elevato di 399 euro, per uno smartphone che dovrebbe riuscire a trovarsi un posto in un mercato così saturo. Proprio nel giorno della pubblicazione di questo articolo, vi segnalo che lo shop on line, pubblica un’offerta abbastanza interessante: Jolla è in vendita al prezzo di 249 euro. Non so se è una offerta limitata, ma se siete interessati, vi conviene sbrigarvi. Per ulteriori informazioni, visitate il sito ufficiale.